A un girone d’andata tutto
sommato discreto, anche se inferiore alle attese, è corrisposto un inizio di
ritorno deludente (al di là degli avversari, Aarau e Thun, per di più
affrontati in trasferta): tre partite, due sconfitte. Come abbiamo già lasciato
intendere sabato bisogna evitare, a ogni costo, un altro kappaò. Tanto più che
lo Stade Losanna, sulla carta, non rappresenta un grosso ostacolo.
Ne parliamo con Jonathan
Sabbatini, presenza indispensabile in squadra: l’età matura gli rende la
meritata considerazione di leader (anche se l’ex capitano del Lugano non è
d’accordo su questa ‘qualifica’). Ma leader ,Jonathan lo è a tutti gli effetti.
Basta non guardare il numero della sua maglia, il 10 gli calzerebbe a pennello.
Una questione, dunque, di numeri? Ma no, scherziamo, se mai si potrebbe
‘analizzare’ la sua posizione in campo... A Lugano Jonathan era il ‘metronomo’
della mediana e segnava! Aveva la grinta del leader, si è trattato di una
perdita per la squadra di Super League (chissà che Mattia Croci Torti non ci
abbia ripensato…). Sabbatini non è il tipo di incensarsi, il passato è passato.
Non ha la minima intenzione di ‘rimuginare’ sui suoi trascorsi al Cornaredo. Il
Bellinzona, che gli ha consegnato la maglia numero 4 (invece della 10), ha un
problema urgente: salvare il posto in Challenge League. L’intervista parte,
appunto, dalla gara di sabato.
Non è naturalmente (e per
fortuna) una partita da ‘ultima spiaggia’. È però di vitale importanza:
“Ci troviamo in una posizione che nessuno si aspettava. Le aspettative erano altre, anche alte. Soprattutto per la qualità che c’è nella squadra. Abbiamo in rosa giocatori di qualità, ma questo non vuol dire che puoi sempre vincere, lo devi però dimostrare sul campo. È quanto vogliamo fare con lo Stade Losanna-Ouchy”.
“Ci troviamo in una posizione che nessuno si aspettava. Le aspettative erano altre, anche alte. Soprattutto per la qualità che c’è nella squadra. Abbiamo in rosa giocatori di qualità, ma questo non vuol dire che puoi sempre vincere, lo devi però dimostrare sul campo. È quanto vogliamo fare con lo Stade Losanna-Ouchy”.
Come spiega la posizione di
classifica della squadra dal momento che alcuni allenatori ne elogiano la bontà
della rosa?
“I complimenti (risponde sorridendo, ndr) alle volte fanno male. È però giusto dire che abbiamo raccolto poco. Per vincere bisognerebbe segnare un gol in più degli avversari”.
“I complimenti (risponde sorridendo, ndr) alle volte fanno male. È però giusto dire che abbiamo raccolto poco. Per vincere bisognerebbe segnare un gol in più degli avversari”.
Che cosa manca soprattutto, a
parte il gol, a questo Bellinzona?
“Nella prima parte di campionato sono capitate tante cose. Il fatto di avere perso punti a tavolino (ben 6, una cosa fuori di testa, il dito va puntato sulla dirigenza non sui giocatori! – Ndr) evidentemente ci condiziona. La squadra non è inoltre scesa sempre in campo al completo per via di tanti (troppi) infortuni. Piano piano stiamo ora rientrando tutti quanti, le nostre ultime prestazioni (contro le due compagini di testa) sono state senz’altro buone, ma questo non basta. Sappiamo che le partite le vinci creando delle situazioni per fare gol. Dobbiamo essere più concreti sotto porta, in questi giorni ne abbiamo parlato a lungo tra di noi e con lo staff”.
“Nella prima parte di campionato sono capitate tante cose. Il fatto di avere perso punti a tavolino (ben 6, una cosa fuori di testa, il dito va puntato sulla dirigenza non sui giocatori! – Ndr) evidentemente ci condiziona. La squadra non è inoltre scesa sempre in campo al completo per via di tanti (troppi) infortuni. Piano piano stiamo ora rientrando tutti quanti, le nostre ultime prestazioni (contro le due compagini di testa) sono state senz’altro buone, ma questo non basta. Sappiamo che le partite le vinci creando delle situazioni per fare gol. Dobbiamo essere più concreti sotto porta, in questi giorni ne abbiamo parlato a lungo tra di noi e con lo staff”.
Eppure, in allenamento le
reti fioccano…
“Occorre essere più lucidi e cinici davanti al portiere, e anche più ‘egoisti’. Credo che sia lì la differenza. Magari alle volte ci guardiamo troppo allo specchio, vogliamo per così dire essere belli… In area dobbiamo essere più concreti e più ‘cattivi’”.
“Occorre essere più lucidi e cinici davanti al portiere, e anche più ‘egoisti’. Credo che sia lì la differenza. Magari alle volte ci guardiamo troppo allo specchio, vogliamo per così dire essere belli… In area dobbiamo essere più concreti e più ‘cattivi’”.
Se l’aspettava una simile
situazione?
“Penso che nessuno di noi se l’aspettasse. Non siamo contenti della stagione che stiamo facendo, è evidente: dobbiamo assolutamente fare di più".
“Penso che nessuno di noi se l’aspettasse. Non siamo contenti della stagione che stiamo facendo, è evidente: dobbiamo assolutamente fare di più".
Quella che vi attende è una
partita da non perdere: dico bene?
“Soprattutto perché giochiamo in casa dove abbiamo dimostrato di essere una squadra difficile da battere. Bisogna continuare su questa linea in quanto ci sono obiettivi importanti, sia in campionato (salvezza, per intenderci, ndr) e coppa (fare la festa anche al Losanna di Ludovic Magnin sarebbe il massimo). Vincere aiuta a vincere, cerchiamo la vittoria contro lo SLO anche per fare in modo che le due squadre che ci stanno dietro (Sciaffusa e Nyon) non siano tranquille”.
“Soprattutto perché giochiamo in casa dove abbiamo dimostrato di essere una squadra difficile da battere. Bisogna continuare su questa linea in quanto ci sono obiettivi importanti, sia in campionato (salvezza, per intenderci, ndr) e coppa (fare la festa anche al Losanna di Ludovic Magnin sarebbe il massimo). Vincere aiuta a vincere, cerchiamo la vittoria contro lo SLO anche per fare in modo che le due squadre che ci stanno dietro (Sciaffusa e Nyon) non siano tranquille”.
Nella situazione in cui vi
trovate il pubblico dovrebbe fungere da ‘dodicesimo uomo’:
“Se vogliamo che la gente venga alle partite, è chiaro che occorrono dei risultati. È vero che il tifoso dovrebbe essere vicino alla squadra anche nei momenti di difficoltà (prendiamo come esempio il Brügglifeld dove si contavano 4-5 mila spettatori anche quando l’Aarau si trovava agli ultimi posti, ndr), ma sta però a noi fare il primo passo”.
“Se vogliamo che la gente venga alle partite, è chiaro che occorrono dei risultati. È vero che il tifoso dovrebbe essere vicino alla squadra anche nei momenti di difficoltà (prendiamo come esempio il Brügglifeld dove si contavano 4-5 mila spettatori anche quando l’Aarau si trovava agli ultimi posti, ndr), ma sta però a noi fare il primo passo”.
Jonathan (abbiamo
intervistato Sabbatini dopo la doppia fatica palestra-campo – quello in
sintetico, va precisato: il ‘C’ era impraticabile per la pioggia insistita di
questi giorni – ndr), si è mai pentito, o comunque fatto dei ‘pensieri’ sulla
sua scelta di non accettare la proposta del Lugano dopo tanti anni di ‘capitanato’a
costo magari – lo diciamo noi - di ‘sfidare’ la logica (un futuro con altre
mansioni in quella che era ormai diventata la ‘sua’ squadra)?
“No no, oggi farei la stessa
scelta. Mi sto impegnando al massimo, sto cercando di dare del mio meglio, ho
pressoché ritrovato la ‘condizione’ che avevo prima dell’infortunio. Quindi
sono felicissimo di essere qui e di aiutare i più giovani. Quando i ragazzi mi
chiedono qualcosa, gli do volentieri una mano, un consiglio. Io stesso mi ero
trovato, agli inizi di carriera, nella loro situazione”.
Chapeau! Abbiamo parlato con
un professionista del pallone meritevole di essere trattato con i guanti come
fa l’ACB.
(foto ENLA)