Era il 1976, nelle sale dei cinema italiano si proiettava “Il secondo tragico Fantozzi. Il ragioniere Ugo voleva godersi Inghilterra-Italia, valevole per la qualificazione ai Mondiali. Era seduto davanti al televisore, con “frittatona di cipolle” e “familiare Peroni gelata”. Ma il suo capoufficio, il Dottor Ricciardelli, decise di precettare i suoi impiegati: dovevano vedersi un film cecoslovacco con sottotitoli in tedesco. Fantozzi mentre si reca triste e arrabbiato, in macchina nella sala, ha con sé la radiolina. Nando Martellini avvertì l'Italia intera che gli azzurri avevano preso un palo. Il ragioniere tira il freno a mano, era nel quartiere Prati, si arrampica su un palazzo, rompe il vetro, e chiede: “Scusi, chi ha fatto palo?”. E in risposta ecco un cazzotto. Nel derby l'Inter era sotto di un gol. Nel secondo tempo ha occupato con inerzia l'area del Milan. E via a una pressione continua. Attaccava sotto la Curva Nord. Bisseck di testa, Thuram con la gamba, Dumfries, tre volte hanno colpito il legno destro di Maignan. Maledetto palo, un ostacolo che pareva segnare il destino della sfida. Il palo è considerato una tremenda ingiustizia, è il fato che non consente il ristabilimento dell'ordine. L'urlo del tifoso è strozzato, ricacciato. È una censura esistenziale.
CALCIO ITALIANO

“Scusi, chi ha fatto palo"?