Il Lugano è alle corde, ormai, come dice anche Julian Walker
(ieri sera a Teleticino), “non ci sono più scuse”.
Eh già, ha ragione l’ex attaccante bianconero, che aggiunge: “Siamo a fine stagione e certi meccanismi dovrebbero funzionare. Le buone squadre, anche in serate difficili, trovano sempre una chiave per venirne fuori”.
Il Lugano, purtroppo, no. Affonda, senza speranza e soprattutto senza fiducia.
Non è ancora finita, certo, ma ora la classifica dice 13. posto e rischio concreto di affrontare l’Ajoie nello spareggio per evitare la retrocessione.
Walker ci crede ancora, o almeno questo è il suo messaggio: “Non è ancora finita, bisogna pensare unicamente alla prossima partita. I play-in devono essere ancora un obiettivo”.
Ma cosa manca a questa squadra?
“Difficile dire cosa stia succedendo, quando non sei all’interno dello spogliatoio, ma è chiaro che i giocatori devono assumersi maggiori responsabilità. E poi bisogna difendere la propria porta con il coltello tra i denti”.
Mangiare il disco, dice ancora Walker, che manda l’ultimo messaggio:
“Ci vogliono grinta e impegno, ovviamente, ma bisogna anche curare le piccole cose. A volte gli avversari hanno la vita troppo facile e questo non va bene”.
Un messaggio giusto, senza dubbio, ma che dopo 46 giornate di campionato, è difficile che qualcuno lo recepisca.
Eh già, ha ragione l’ex attaccante bianconero, che aggiunge: “Siamo a fine stagione e certi meccanismi dovrebbero funzionare. Le buone squadre, anche in serate difficili, trovano sempre una chiave per venirne fuori”.
Il Lugano, purtroppo, no. Affonda, senza speranza e soprattutto senza fiducia.
Non è ancora finita, certo, ma ora la classifica dice 13. posto e rischio concreto di affrontare l’Ajoie nello spareggio per evitare la retrocessione.
Walker ci crede ancora, o almeno questo è il suo messaggio: “Non è ancora finita, bisogna pensare unicamente alla prossima partita. I play-in devono essere ancora un obiettivo”.
Ma cosa manca a questa squadra?
“Difficile dire cosa stia succedendo, quando non sei all’interno dello spogliatoio, ma è chiaro che i giocatori devono assumersi maggiori responsabilità. E poi bisogna difendere la propria porta con il coltello tra i denti”.
Mangiare il disco, dice ancora Walker, che manda l’ultimo messaggio:
“Ci vogliono grinta e impegno, ovviamente, ma bisogna anche curare le piccole cose. A volte gli avversari hanno la vita troppo facile e questo non va bene”.
Un messaggio giusto, senza dubbio, ma che dopo 46 giornate di campionato, è difficile che qualcuno lo recepisca.
(PostFinance/KEYSTONE/Salvatore Di Nolfi)