Il Lugano è tredicesimo, o per
dirlo più semplicemente, penultimo.
Fa impressione, in effetti. Nessuno, ma nemmeno il più sfegatato dei pessimisti, avrebbe mai pensato a uno scenario del genere.
Soprattutto dopo un inizio di stagione che aveva fatto ben sperare e, a dirla tutta, aveva permesso qualche sogno più ambizioso.
Essere qui, il giorno di San Valentino, a soffrire per chi si ama (sportivamente parlando), non è una bella cosa.
Sento discutere molto sul reale valore di questa rosa. Ognuno giustamente esprime il proprio parere: c’è chi dice che questa squadra merita la posizione che occupa e chi, invece, è convinto che valga qualcosa di più.
Personalmente credo che il Lugano, almeno sulla carta, possa valere un settimo posto. Insomma, appena fuori dai playoff, ma decisamente dentro i play-in, tanto per intenderci.
Discorsi che servono a poco in questo momento, anche perché tra poche ore, alla Corner Arena, si gioca una partita che sa di “ultima spiaggia”. Sempre che qualcuno abbia ancora delle speranze.
Contro il Berna, sempre battuto quest’anno (incredibile!), l’occasione sembra ghiotta. A patto che la squadra sappia scrollarsi di dosso quella patina di negatività e di sfiducia che l’accompagna appena le cose vanno male.
C’è bisogno di quei giocatori che hanno un curriculum, che sanno cosa vuol dire compiere delle imprese, che insomma, sono dei leader. E purtroppo, finora, questo Lugano ha dimostrato di essere un po’ carente in questo senso.
Anche chi ha il contratto in scadenza, e sa che l’anno prossimo non vestirà più bianconero, deve farsi un esame di coscienza e tirar fuori tutto ciò che ha detto. Un professionista deve dimostrare di esserlo fino alla fine. Per rispetto di se stesso e del pubblico che lo sostiene.
Stasera, forse, capiremo chi lo è e chi no.
Fa impressione, in effetti. Nessuno, ma nemmeno il più sfegatato dei pessimisti, avrebbe mai pensato a uno scenario del genere.
Soprattutto dopo un inizio di stagione che aveva fatto ben sperare e, a dirla tutta, aveva permesso qualche sogno più ambizioso.
Essere qui, il giorno di San Valentino, a soffrire per chi si ama (sportivamente parlando), non è una bella cosa.
Sento discutere molto sul reale valore di questa rosa. Ognuno giustamente esprime il proprio parere: c’è chi dice che questa squadra merita la posizione che occupa e chi, invece, è convinto che valga qualcosa di più.
Personalmente credo che il Lugano, almeno sulla carta, possa valere un settimo posto. Insomma, appena fuori dai playoff, ma decisamente dentro i play-in, tanto per intenderci.
Discorsi che servono a poco in questo momento, anche perché tra poche ore, alla Corner Arena, si gioca una partita che sa di “ultima spiaggia”. Sempre che qualcuno abbia ancora delle speranze.
Contro il Berna, sempre battuto quest’anno (incredibile!), l’occasione sembra ghiotta. A patto che la squadra sappia scrollarsi di dosso quella patina di negatività e di sfiducia che l’accompagna appena le cose vanno male.
C’è bisogno di quei giocatori che hanno un curriculum, che sanno cosa vuol dire compiere delle imprese, che insomma, sono dei leader. E purtroppo, finora, questo Lugano ha dimostrato di essere un po’ carente in questo senso.
Anche chi ha il contratto in scadenza, e sa che l’anno prossimo non vestirà più bianconero, deve farsi un esame di coscienza e tirar fuori tutto ciò che ha detto. Un professionista deve dimostrare di esserlo fino alla fine. Per rispetto di se stesso e del pubblico che lo sostiene.
Stasera, forse, capiremo chi lo è e chi no.