Il doppio 3-1 sull’asse Berna-Ticino complica ulteriormente il cammino delle ticinesi verso i Play-In, fa ovviamente storcere il naso a più tifosi, tra segnali di “depressione” per alcuni e scoramento per altri. Soprattutto perché determinate dinamiche tendono a ripetersi, vedi le sconfitte dell’Ambrì dopo le pause oppure i punti gettati al vento dal Lugano, stavolta punito a 24” dal termine in casa.
Ed allora c’è poco da aggiungere, in attesa dell’ennesima serata di speranza mista a timore da febbre del sabato sera, per risollevare il “morale delle truppe”, vien voglia di narrare alcune storie che ridimensionato tante situazioni (stiamo pur sempre parlando di sport) e magari strappano qualche sorriso.
Ad “After hockey”, RSI Rete Uno, dapprima arrivano le parole di Samuel Guerra, che ricalcano quelle di Uwe Krupp: “Non guardiamo alla classifica, siamo focalizzati solo sulla prossima partita”. Pochi minuti dopo tocca a Dario Bürgler: “Se il Langnau ha i punti che ha…”.
La verità è che tutti (o quasi) guardano alla classifica, sanno dove sono, semplicemente si cerca solo a volte di non “deprimersi” o mettersi troppa pressione guardando troppo lontano. E qua arrivano anche le parole di Raffaele Palladino nel prepartita di Fiorentina-Como prevista domenica: “ai miei giocatori ho detto di non leggere le note sulla Gazzetta o il Corriere dello Sport, l’unico giudizio che conta è il mio.”.
La verità è che tutti (o quasi) guardano alla classifica, sanno dove sono, semplicemente si cerca solo a volte di non “deprimersi” o mettersi troppa pressione guardando troppo lontano. E qua arrivano anche le parole di Raffaele Palladino nel prepartita di Fiorentina-Como prevista domenica: “ai miei giocatori ho detto di non leggere le note sulla Gazzetta o il Corriere dello Sport, l’unico giudizio che conta è il mio.”.
Ed allora ecco tre aneddoti. Peter Jaks quando era DS dell’Ambrì richiamò all’ordine Jeff Toms ed alcuni compagni intenti a leggere dopo un allenamento i giudizi sulle loro prestazioni. “Nessuno deve farsi influenzare”, tuonò. Poi, però, a fine anno quando fu bocciato lui per l’acquisto di Fabio Schumacher (stagione 2006/07) il telefono squillò immediatamente: “Tambu, era una scommessa, non un acquisto di peso. Non è giusto bocciarlo!”. Dopo pochi minuti, però, scoppiamo a ridere entrambi: “Ma come, Peter, ascolti i giudizi sul tuo operato?”.
Jeff Toms alcuni anni dopo era a Ginevra, stagione 2009/10, con una coppia scatenata: Tony Salmelainen e Thomas Déruns (in linea con Paul Savary). Il Servette stava vincendo a fine partita di un gol, a porta vuota degli avversari, Déruns passò il disco a pochi centimetri dal gol a Salmelainen. Che bel gesto! Solo che il gol venne dato all’elvetico ed allora non c’erano le rettifiche della Lega a fine incontro. Arrivò una chiamata di Déruns. E la paternità fu cambiata in favore del finnico. Motivo principale? Al fantahockey il buon Thomas aveva Tony! Consiglio a tutti i giocatori di Ambrì e Lugano che non segnano (ironico): comprate voi stessi al fantahockey, magari un po’ di garra in più sottoporta arriverà.
Infine, un terzo episodio curioso. Mondiale di Minsk nel 2014, Svizzera contro Kazakhstan, quarti di finale già “andati”. Parallelamente c’è la finale di Coppa tra Bayern di Monaco e Borussia Dortmund (grande fan, Damien Brunner). Ero tra le panchine, nella “report position”. Il buon “Damiano” ad ogni cambio voleva sapere il punteggio picchiando sul plexiglas con grandi sorrisi. A fine incontro scelsi lui per l’intervista. Ci eravamo salvati con agio (vittoria 6-2), ma il Borussia perse 2-0. Ed il suo volto fu meno felice.
Così, per sorridere un po’. E stemperare le emozioni negative di un venerdì da dimenticare.
(PostFinance/KEYSTONE/Ti-Press/Pablo Gianinazzi)